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Lucia D'Aleo

La maggior parte della carriera di Lucia D’Aleo si è svolta come Addetto Stampa, Editor delle pubblicazioni in lingua italiana e traduttrice presso la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta contro la fame e la povertà nel mondo, promuovendo lo sviluppo agricolo, ittico e forestale per aiutare le popolazioni più svantaggiate a raggiungere l’autosufficienza alimentare ed economica.

Gli anni trascorsi alla FAO sono stati per lei intensi e ricchi di stimoli, incontri e crescita professionale; tuttavia, nonostante la sua abilità con le parole e le relazioni, un senso di vuoto e insoddisfazione l’ha accompagnata costantemente. Aveva dimenticato la propria natura più autentica, quella che da sempre la chiamava verso l’arte.

Per anni ha continuato a lavorare con le parole, anche come libera professionista nell’ambito dell’ufficio stampa e del copyright. Tuttavia, come insegna Platone, l’anima porta con sé una vocazione originaria che cerca di manifestarsi attraverso il corpo e la mente. James Hillman, nel suo Codice dell’Anima, riprende questo concetto sostenendo che la vocazione è una qualità innata, e realizzarla è la missione di ogni individuo. La mancata realizzazione di questa chiamata profonda ci rende esseri incompiuti.

Questa è stata anche la storia di Lucia D’Aleo, fino a quando, nel 2023, ha finalmente scelto di permettersi di essere ciò che è sempre stata: un’artista.Oggi Lucia D’Aleo è una pittrice astratta, nata a Trapani e cresciuta tra la Sicilia e Roma, città che ha lasciato alla fine del 2022 per tornare alle proprie radici. La sua arte è il frutto di un risveglio: come una cellula dormiente che, destandosi da un lungo sonno, ricorda il sogno e decide di realizzarlo senza più compromessi. Diffidava del motto “Non è mai troppo tardi”, ma oggi, con una nuova consapevolezza, sa che il tempo della verità è sempre adesso. Il ritorno in Sicilia è stato per lei un abbraccio con una terra di bellezza selvaggia e luminosa, ma anche ferita.

 

I colori, le luci e la natura sconfinata dell’isola le hanno restituito il senso profondo delle radici — strumenti che ci legano al nucleo della vita, ma che possono diventare catene se non impariamo a trasformarle in ali. Pur non avendo un’educazione artistica formale, Lucia D’Aleo ha riscoperto un patto segreto con la materia. Ha imparato a lasciarsi guidare dall’istinto, a utilizzare materiali che la attraggono visceralmente, a raccogliere la ruggine per strada perché diventi traccia del Tempo sulle sue tele, a creare esplosioni di colori vulcanici, a far dialogare neri profondi e rossi incandescenti, oro e luce.

 

Nelle sue opere, la distruzione è spesso preludio di rinascita: solo attraversando il buio si può generare nuova luce.La pittura di Lucia D’Aleo nasce da un’energia grezza e primordiale, alimentata da una forte intensità emotiva e da una sensibilità acuta verso le forze invisibili che regolano la vita. L’alternanza di luce e ombra, l’uso di foglie d’oro e d’argento, la materia stratificata e incisa sono il riflesso della sua fede nella dualità dell’esistenza e nella possibilità di trasformare la ferita in bellezza.Lucia non disegna mai le sue idee: dipinge seguendo l’istinto, spesso con le dita, lasciando che il gesto diventi memoria ancestrale.

 

Nei lavori più recenti, stende strati di colore e materia che poi incide e cesella, come se cercasse di fissare sulla tela le connessioni invisibili tra il suo mondo interiore e il Tutto. Luce e buio, graffi e cicatrici, gioia e dolore si fondono in un’unica creazione che rifiuta le definizioni e le permette finalmente di abbandonare la gabbia delle parole per affidarsi al linguaggio universale dell’arte.In ogni dettaglio della natura, Lucia D’Aleo riconosce l’Essere. La sua arte è un dialogo visivo tra opposti, un viaggio di risveglio e consapevolezza, un invito a riconoscere la bellezza che nasce dall’incontro tra luce e ombra, tra radici e cielo, tra umano e cosmico.

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